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La longevità non va predicata, ma praticata.

Ogni giorno possiamo cogliere l’occasione di guadagnare salute,
ogni giorno adeguare la direzione verso una longevità sana.

 

Siamo nell’era della medicina di Precisione delle quattro “p”:

 

Personalizzata

perché ogni paziente deve essere trattato come individuo unico, con una sua storia, genetica e psicologica.

Preventiva e Predittiva

nel senso che ciascuno può conoscere la sua matrice ereditaria e capire come assecondarla o gestirla, sapendo a quali malattie si è più suscettibili e quali farmaci possono essere più efficaci.

Partecipativa

non c’è solo il medico che prescrive, ognuno è consapevole e può intervenire per proteggersi.

Io teorizzo una postura, un approccio funzionale della medicina che deve essere attenta, nella sua lettura di tutti i sintomi e di tutti i segni del paziente, alle funzioni organiche, per un approccio causale.

La medicina tradizionale ha da sempre posto il focus su come trovare cure più efficaci per le malattie. La medicina di precisione, invece, guarda prima la persona, e soltanto dopo la malattia, in modo funzionale: un approccio personalizzato e più umano, che sta alla medicina “vecchio stile” come un abito su misura sta a un abito taglia unica. A questo, aggiungiamo che la medicina di precisione si rivolge alle persone sane e non solo ai pazienti con una malattia già in atto. L’obiettivo è prevenire l’insorgere di patologie, specie quelle croniche. Una vera rivoluzione in senso predittivo degli eventuali rischi di malattia, una medicina preventiva e non difensiva

Per funzionare, però, la medicina di precisione deve saper cogliere il nesso causale tra la malattia (se in atto), i sintomi e i segni del paziente e le correlate disfunzioni organiche, che solitamente sono prodromi o, comunque, preesistenti alla malattia. Attraverso l’indagine genetica e/o mirata a biomarker specifici e mediante la raccolta e decodifica di sintomi e segni, la medicina di precisione fa diagnosi, o individua la situazione metabolica più a rischio che può “accendere” la predisposizione genetica allo sviluppo di una malattia. Per gestire le nostre fragilità genetiche e i fattori di rischio dobbiamo adottare uno stile di vita e nutrizionale più adeguato e funzionale alla nostra persona. È necessario quindi formulare e seguire un piano disorveglianza attiva del nostro stato di salute” anche mediante test di diagnosi precoce, ma soprattutto adottare quei correttivi terapeutici che prevengono le malattie e ci mantengono in salute, più a lungo.

 

Nutrirsi con precisione: la nutrizione Funzionale

Una corretta nutrizione non ha nulla a che vedere con le diete. È un modo di vivere che sorpassa ogni moda e ogni stagione. Nutrirsi significa alimentare il proprio corpo, proteggendo il funzionamento degli organi, assicurando l’integrità e l’evoluzione, in diretta correlazione con la propria età. 

Nutrirsi equivale a curarsi in maniera personalizzata, assecondando le proprie esigenze biologiche e funzionali.

La medicina contemporanea è qualificata dal paradigma della «precisione»: personalizzata in funzione della propria, specifica biologia, dello stile di vita e, sulla base dell’interpretazione dei test genetici, ematochimici e del più innovativo profilo lipidomico, delle verosimili evoluzioni del proprio stato di salute al fine di attuare, in primis con il cibo, una sorveglianza attiva.

A dispetto di un crescente guadagno di conoscenze e di consapevolezza sul nostro stato di salute, in maniera del tutto sorprendente, continuiamo a sottovalutare il rapporto causa-effetto degli alimenti sullo stato di salute dei nostri organi, esibendo sostanziale inerzia – se non,  in alcuni casi “un concorso colposo” con le malattie - rispetto alle dinamiche evolutive della nostra salute nel tempo.

È obiettivo della nutrizione funzionale ottimizzare il concerto funzionale dei vari organi, aiutandoli a realizzare la propria ragione d’essere: un regime alimentare corretto li protegge, coadiuva la rigenerazione cellulare, dona splendore all’incarnato, migliora l’efficienza mentale e le prestazioni psicofisiche. La forma ideale, dunque, non è legata alla “prova costume”, ma è forma funzionale che si ottiene combattendo «dall’interno» l’infiammazione che consuma le difese immunitarie e attiva le malattie, e non certo predicando diete – men che mai quelle last minute o veloci - che sotto il vessillo del senza grassi, senza zucchero e senza carboidrati risultano semplicemente sconsiderate e non consentono di prendere le distanze da comportamenti alimentari dannosi o rischiosi per la propria salute attuale e futura.

In altri termini, le sostanze contenute in quello che mangiamo ed i giusti abbinamenti funzionali “funzionano” nel nostro organismo, e quindi attivano o inibiscono specifici processi ormonali e dialogano con il nostro genoma, facendolo evolvere.

La Nutrizione Funzionale utilizza una strategia volta a selezionare gli alimenti e le loro combinazioni con lo scopo di tutelare le funzioni degli organi nel loro modo di interagire con l’organismo nel suo articolato dinamismo evolutivo.

Significa curare le patologie in atto, tutelare la salute, ripristinare l’energia della giovinezza e realizzare una sana longevità, con l’ulteriore guadagno di conseguire una forma fisica ideale per ciascuna età e condizione ambientale in cui l’uomo è inserito.

Le malattie più gravi e diffuse – a partire da sindrome metabolica, diabete, ipertensione, infarto, cancro –, sono legate a un’alimentazione non adeguata e alle sue conseguenze, tra le quali il sovrappeso e l’obesità. Di contro, un’alimentazione funzionale e di precisione cambia la nostra vita, presente e futura.

La genetica è un fattore di grande rilievo nell’evoluzione della nostra esistenza, è il nostro terreno; gli alimenti, soprattutto, e alcune sostanze bioattive, operano come se fossero dei fertilizzanti e quindi incidono sulla capacità dei nostri geni di esprimersi e cambiare la direzione del nostro destino.

Ogni pasto realizza un nuovo progetto ormonale, sulla base della scelta degli alimenti, della loro preparazione, cottura e combinazione. Il pasto funziona in base alla persona che lo riceve, in rapporto alla sua condizione, alle patologie in corso od insorgenti e in vista dell’effetto terapeutico che si vuole ottenere può essere calibrato con precisione. Al pari di qualsivoglia terapia medica una prescrizione nutrizionale-funzionale è uno strumento di precisione efficace in termini terapeutici. 

Comporre un menù, combinando i pasti e gli alimenti, con l’eventuale integrazione di supplementi o sostanze funzionali, crea una strategia che diventa la regola – e si oppone a metodi stravaganti, diete estive o comportamenti disordinati, pur lasciando spazio a marginali eccezioni. L’eccezione non fa la regola!