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La dieta funzionale, scelta da Luisa Ranieri: cos'è, come funziona e chi la segue

 

La dieta funzionale, scelta da Luisa Ranieri: cos'è, come funziona e chi la segue

 

Un programma alimentare il cui concetto di base risiede in una semplice ricetta: mixare, nelle giuste proporzioni e associazioni, buoni cibi e buone abitudini di vita, per garantire all'organismo tanto la salute, quanto la forma.

 

Quante volte, pur di dimagrire e perdere gli odiati centimetri di troppo, abbiamo seguito diete così drastiche da farci diventare costantemente irritabili, stanche, demotivate? Senza parlare dell'effetto yo-yo che simili programmi dimagranti tendono a innescare. Secondo la dottoressa Sara Farnetti, specialista in medicina interna e fisiopatologia del metabolismo, con studio a Roma e Milano, la risposta per mantenere un peso ottimale e, soprattutto, un buono stato di salute è la nutrizione funzionale, secondo la quale a ogni pasto si realizza un vero e proprio progetto ormonale. Lo ha confermato in questi giorni Luisa Ranieri che ha detto che il suo segreto è proprio seguire «l'alimentazione funzionale, da 20 anni».

 

Come funziona?

«Anche se tendiamo a ignorare gli effetti funzionali degli alimenti sui nostri organi, le sostanze contenute in quello che mangiamo e i giusti abbinamenti, equilibrano e attivano o inibiscono il metabolismo e dialogano con il nostro genoma, spiega la dottoressa, che da sempre intende il cibo come la prima medicina a nostra disposizione», ha spiegato la dottoressa Farneti. Un concetto ribadito nel suo ultimo libro "Ricette Funzionali" (BUR Rizzoli), completo di ricette realizzate da Michela Coppa, appassionata di healthy nutrition. Per chiunque desideri investire a lungo termine sulla propria salute, ecco cosa sapere sull'alimentazione funzionale.

 

I pilastri

Quali sono i pilastri della dieta funzionale? «Più che una dieta, quella che propongo è una strategia nutrizionale, un atto medico per aiutare la singola persona a prevenire possibili disfunzioni e malattie. Un approccio iper personalizzato, che prevede come punto di avvio uno studio predittivo dei rischi genetici o acquisiti del paziente».

Perché funzionale? «Il segreto che sta dietro il concetto di funzionale risiede in una semplice ricetta: mixare, nelle giuste proporzioni e associazioni, buoni cibi e buone abitudini di vita, per garantire all'organismo tanto la salute, quanto la forma. Quel che conta, come anticipato, è la customizzazione: non esiste un format, una dieta precostituita unica e universalmente valida. Però si può e si deve spiegare alle persone come usare consapevolmente gli alimenti, riconoscendo quelli che aiutano il funzionamento dei nostri organi e quelli che, al contrario, innescano processi infiammatori, conducendo a invecchiamento preoce e insorgenza di malattie»

 

Chi può farla?

A chi consiglia un simile programma di alimentazione? «È ideale per chi desidera far prevenzione, avere il comando della propria salute e indirizzarla verso una longevità sana. Un punto importante: non si tratta di una dieta lampo o di un regime occasionale, bensì di una strategia long-term, che una volta acquisita si auto perfeziona nel tempo, adeguandosi alle necessità della persona. Il suo punto di forza è che, attraverso un uso funzionale del cibo, è in grado di riequilibrare l'assetto ormonale e spegnere i processi infiammatori già in atto, curando e guarendo».

La scelta degli alimenti spesso ci manda in confusione: quali sono i "buoni" e i "cattivi"? «Se capiamo come funziona il cibo possiamo fare una lista dei migliori e dei peggiori customizzata per noi. Esiste il cibo di qualità, che è vantaggioso per tutti, ma non basta. Per esempio la frutta può essere biologica, ricca di vitamine e succosa, ma non è buona per tutti, dato che contiene fruttosio. Attenzione anche ai falsi magri, come le patate lesse, i fiocchi di cereali della prima colazione, gli estratti e i succhi di frutta, le fette biscottate. Un altro bluff da evitare è il cibo "free from", ossia tutti quegli alimenti senza zuccheri, senza grassi, senza glutine, senza lievito».

 

Come regolarsi a tavola

Un problema molto comune in tempi stressanti come quello attuale è l'over eating. Come imparare a regolarsi a tavola? «La riduzione dell’indice insulinico del pasto controlla la fame. Il segreto numero uno per avvertire meno fame consiste nel ridurre gli zuccheri, favorendo i grassi buoni, che tengono sotto controllo l'appetito. In tutti quei momenti in cui la fame bussa, aiutano alimenti contenenti grassi amici, ad esempio mandorle, olive e cioccolato (tra l'altro molto gustosi)».

Quali sono i segreti principali per preparare piatti salutari, senza rinunciare al sapore? «Usare sempre olio extra vergine di oliva di qualità, cucinare con cibi integri, ossia materie prime non lavorate, da cucinare o da consumare a crudo. È poi importante creare pasti bilanciati, tenendo sotto controllo il carico di carboidrati».

Lato cotture, quali scegliere e perché? «La cottura rapida e a temperatura bassa in teoria è la migliore. In questo senso la cottura di piccoli pezzi di alimento con olio caldo in padella risulta essere un ottimo compromesso, al contrario del forno o della griglia che brucia. La cottura in olio di oliva aiuta sia a preservare i nutrienti, che ad attivare i processi digestivi, risultando migliore della bollitura. Inoltre va detto che la cottura è uno strumento importante, poiché condiziona la risposta agli alimenti che consumiamo, per esempio aumentando o diminuendo il flusso di bile, con azione detossinante e riequilibrante del microbiota intestinale».

 

Gli errori più comuni

Pensando agli errori più comuni a tavola e in cucina, quali le vengono in mente? «Si fa male a sgranocchiare fuori pasto cibi che fanno aumentare insulina, come prodotti da forno, merendine, snack zuccherati, frutta e succhi. Si sbaglia anche a fare colazione quando non si ha fame e, soprattutto, a mangiare eccessivamente all'ora di cena. Altra abitudine scorretta: eccedere con le proteine o con i carboidrati, eliminare i grassi dai piatti».

Una giornata tipo con la dieta funzionale? «Colazione con 70 grammi di pane e olio, una tisana o un bevanda con caffeina; a metà mattina un pugno di mandorle; a pranzo una frittata di 2 uova e 2 carciofi, 1 kiwi e , se gradito, 1 bicchiere di vino; merenda con 30 g di cioccolato extra fondente; a cena 80 g di pasta mantecata con 200-300 g cime di rapa, insalata di 1 finocchio con 7-8 olive».

 

Frittata con zenzero ed erbette aromatiche


Frittata con zenzero ed erbette aromatiche

Commento nutrizionista Sara Farnetti: «l’uovo stimola le funzioni biliare ed epatica. La cottura in olio ne potenzia l’effetto, tanto che non per tutti è tollerabile, risultando più adeguata la cottura alla coque. L’associazione con le erbe aromatiche rende, invece, la frittata più digeribile, evitando gonfori e meteorismo».

 

Gnocchi di patate viola con broccoli, zenzero e acciughe


Gnocchi di patate viola con broccoli, zenzero e acciughe

Commento nutrizionista Sara Farnetti: «gli gnocchi di patate, per la natura dell’impasto tra farina e patate fredde, rilasciano meno velocemente i carboidrati e hanno un carico glicemico più contenuto rispetto a un’insalata di patate lesse. In combinazione con il broccolo, le patate viola costituiscono un piatto ricco di antiossidanti».

 

Orecchiette con rucola, aglio, basilico e zenzero fresco


Orecchiette con rucola, aglio, basilico e zenzero fresco

Commento nutrizionista Sara Farnetti: «la pasta mantecata in olio caldo stimola la funzione epatica e della colecisti, aumentando il flusso biliare. La rucola è ricca di vitamina C, calcio e ferro. Con il calore, però, le vitamine termolabili si perdono: ecco perché la rucola va sminuzzata e aggiunta solo a fine cottura».

 

Hummus di ceci al basilico e cardamono


Hummus di ceci al basilico e cardamono

Commento nutrizionista Sara Farnetti: «l’abbinamento migliore è con verdura. Meglio invece evitare di spalmarlo sul pane, tipo bruschetta, o di usarlo per farcire panini e accompagnare le patate al forno. Evitare anche di farlo seguire da un primo piatto o una pizza, oppure associarlo alla frutta».

 

Pisellini con gambi di finocchio, sedano e carota


Pisellini con gambi di finocchio, sedano e carota

Commento nutrizionista Sara Farnetti: «l’associazione dei piselli con il sedano stufato realizza una sinergia di nutrienti utili in caso di fragilità di unghie e capelli. In combinazione con un uovo al tegamino e un’insalata di rucola apporta calcio, vitamina D, vitamina C, ferro, vitamine del gruppo B e proteine solforate, le sostanze più efficaci che ritroviamo negli integratori per capelli».